Nuovi incentivi per l’imprenditoria femminile
Le donne, nel nostro Paese, restano i soggetti maggiormente esclusi dal mondo del lavoro. Nel corso degli anni il legislatore ha previsto incentivi finanziari per le imprese femminili, ma quali ulteriori interventi sono auspicabili? Con l’approvazione della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2019 (NaDef), il neo Governo Conte ha annunciato l’adozione di misure finalizzate a favorire la partecipazione femminile al mercato del lavoro e facilitare l’accesso ai servizi di assistenza all’infanzia, sanando così le disuguaglianze di genere.
Nel 2008, Unioncamere ha elaborato un algoritmo per la definizione di imprese femminili all’interno del Registro delle imprese delle Camere di commercio:
– le imprese individuali di cui siano titolari donne ovvero gestite da donne;
– le società di persone in cui il 60% dei soci è di genere femminile;
– le società di capitali dove le quote di partecipazione al capitale siano per almeno i 2/3 di proprietà di donne e gli organi di amministrazione costituiti per almeno i 2/3 da donne;
– le imprese cooperative in cui 60% dei soci sia di genere femminile.
Il decreto Crescita (D.L. n. 34/2019, convertito in l. n. 58/2019), è intervenuto sul tema rimaneggiando le misure di cui al D.Lgs. n. 185/2000. La portata del finanziamento è divenuta più ampia:
- il limite temporale è stato innalzato a 10 anni;
- la copertura delle spese è passata dalla soglia del 75% al 90% per le imprese costituite da almeno 36 mesi e da non più di 60 mesi, con la specifica previsione dell’innalzamento a 3 milioni dell’importo massimo delle relative spese ammissibili;
- è stata prevista la possibilità di cumulare le agevolazioni in esame con altre misure di Stato, nei limiti previsti dalla disciplina europea in materia di aiuti di Stato.